6. Conclusioni
Le donne del mondo cristiano mediterraneo hanno spesso condiviso in passato la condizione subordinata di tutte le donne che vivono in una società dominata dagli uomini. Trovandosi in una posizione socialmente "senza voce", le donne sono ricorse a mezzi di espressione simbolici, scoprendo nel comportamento religioso e rituale uno dei pochi canali espressivi ed emozionali a loro disponibili in contesti pubblici. All'interno di questo campo d'azione, le donne potevano diventare le artefici di eventi che avevano un significato sia per loro stesse che per la loro comunità, manifestando in tal modo le loro abilità peculiari. I tipi di eventi che ho esaminato sono collegati all'espressione e all'elaborazione del dolore e fanno pensare all'esistenza di una stretta associazione tra femminilità e sofferenza. Infine, il parallelismo osservato tra la sofferenza femminile, espressa nelle pratiche rituali-religiose, e la posizione privilegiata della Madonna, che è anche l'Addolorata, come principale figura femminile delle religioni cattolica e ortodossa, crea un legame particolare tra il sacro e l'umano. In tal modo, nel cristianesimo sia cattolico che ortodosso del Mediterraneo la femminilità sacra e umana sembrano inestricabilmente unite nel comune destino di sopportare ed elaborare pubblicamente il lato doloroso dell'esistenza. |