1. Introduzione

 

Nell'ottobre del 1997, ritornai al Cairo per una vacanza, sette anni dopo aver completato la mia ricerca sulle cantanti e ballerine egiziane (vedi Van Nieuwkerk 1995). Cercai immediatamente di trovare Ibtisam, la mia amica e ballerina preferita, che vive nel quartiere delle Piramidi. Quest'area di nuova costruzione era cambiata molto dall'ultima volta che ero stato lì. Ma, dal momento che avevo visitato il luogo molto spesso tra il 1988 e il 1990, non ebbi nessuna difficoltà a rintracciare la sua casa. Tuttavia, davanti alla sua porta cominciai ad esitare. Là dove una volta l'insegna bint il balad, "figlia della nazione", decorava l'esterno, ora era pubblicizzata a caratteri rossi la presenza di Sheikh Ahmed. Si era trasferita da un'altra parte? Chiesi notizie di "Umm Randa" ad alcuni ragazzi del vicinato ma non la conoscevano. "Cosa fa?" mi chiesero. Non ho osato menzionare la sua professione di ballerina. Così ho iniziato a nominare i suoi cinque figli e allora quelli dissero "Aaah! è la madre di Sheikh Ahmed!" Così iniziarono a gridare per mio conto "Ya Umm Ahmed", finché una voce assonnata rispose alle grida.

Sembrava che molte cose fossero cambiate nella vita di Ibtisam. Aveva smesso di lavorare alcuni anni prima, una delle sue figlie si era sposata ed aveva appena partorito, e il figlio più grande era diventato un leader religioso. Lei era contenta di essere fuori dal giro dello spettacolo, si era risposata e rimaneva a casa tutto il giorno. Quando decidemmo di andare a far visita a sua figlia, lei si coprì con una sciarpa e disse che non poteva stare fuori per più di una settimana. Pranzammo a casa della figlia - dall'altra parte della città - e guardammo la videocassetta del suo matrimonio. Mi dissero che Ahmed aveva proibito che cantanti e ballerini si esibissero al matrimonio della sorella perché era haram, una cosa proibita per l'Islam. Però Ibtisam ammise che, nonostante il suo divieto, "come madre della sposa" aveva danzato. Prima di andarmene diedi a Ibtisam la versione olandese del mio libro dal momento che la sua foto a colori vi figura sulla copertina. Fu veramente scioccata nel trovarsi a confronto con la sua passata attività. Fu quasi per buttare il libro da una parte ma non potè reprimere un risolino e domandò: "Quella ero io?" Questa storia illustra l'ambivalenza che molte donne di spettacolo provano verso la loro professione. Esse sentono che molti egiziani le disprezzano. Esse sperimentano che specialmente le donne (che svolgono quella attività) sono considerate immorali. Sanno che il loro lavoro è considerato tabù. haram, tabù.

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  Una interprete 

Perché la musica e la danza sono proibite in base alla dottrina religiosa? Perché l'attività professionale è così vergognosa per le donne? Quanto viene interiorizzato il punto di vista religioso sull'arte dello spettacolo dagli stessi artisti?

Attualmente l'influenza del fondamentalismo islamico sulle attività di spettacolo rende estremamente rilevante un'analisi del discorso religioso. Comunque, prima di rispondere alle domande formulate sopra, devo esprimere una riserva importante. Sebbene punti l'attenzione sul discorso religioso, non intendo dire che l'Islam è il fattore più importante nel determinare la vita della gente. La religione certamente influenza l'atteggiamento degli egiziani verso l'arte e lo spettacolo, ma, nonostante la loro forte fede, molte persone ancora mantengono "un'ora per Dio e un'ora per il cuore". Secondo molte persone la religione non esclude il divertimento, essi possono coesistere l'uno affianco all'altra. Un egiziano che intervistai sottolineò: "se gli Egiziani ascoltano della bella musica, la loro prima reazione di ammirazione è dire 'Allah!' Quindi, se invochiamo il nome di Dio come può essere haram" ?


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