1. LoYu-yu
Il particolare grido delle donne noto tra le varie espressioni locali coi nomi di twalwil o yu-yu è un suono che si può comunemente sentire nelle cittadine e nelle città dei paesi nordafricani, e tuttavia, almeno per gli uomini, è raro identificarne facilmente la fonte di provenienza. Nel Marocco orientale e nell'Algeria occidentale lo yu-yu prorompe dalle finestre sbarrate di case private, o da cortili nascosti alla vista, permeando e trasformando in modo invisibile, per chi lo sente, la propria esperienza dello spazio urbano. Yu-yu o twalwil (wav file: 116 kb) Questo tipo di richiamo viene eseguito esclusivamente da un'assemblea di donne, ed è connesso a circostanze in qualche modo cariche di emozioni, quali le feste nuziali (e soprattutto prenuziali), il periodo di lutto per parenti deceduti, le processioni per la circoncisione di bambini e le riunioni religiose per sole donne. In breve, queste circostanze comprendono ogni tipo di situazione in cui le strutture della vita quotidiana vengono riconfigurate pubblicamente. Nell'ambito della mia ricerca, nella mia veste di osservatore uomo, ho trovato difficile identificare con precisione l'autrice di questo suono anche quando l'evento in questione era più o meno pubblico. Al grido di una donna si aggiungeva quello delle altre in sua compagnia che, scostandosi da parte o coprendo i propri volti col velo, impedivano l'identificazione della fonte nonostante il forte volume. Il preciso significato sociale di questa forma d'espressione dipendeva chiaramente dalle circostanze in cui veniva prodotta. Tuttavia, si trattava invariabilmente di un'azione collettiva specifica al genere, che indicava ad ogni ascoltatore o ascoltatrice un evento di grande rilievo psicologico in corso. Cito questo fenomeno non solo perché si tratta di un aspetto alquanto caratteristico della vita del Maghreb, o per via del suo frequente riproporsi all'interno del contesto dei riti religiosi femminili che descriverò tra breve. Suggerisco piuttosto che questo sfogo emozionale, in gran parte privo di parole, anonimo e collettivo, è indicativo della maniera mediante la quale molte donne marocchine si rapportano in generale al mondo pubblico, maschile. |