(d) Alcara Li Fusi
L'ultimo esempio di polivocalità siciliana viene da Alcara Li Fusi, piccolo comune sui Nebrodi in provincia di Messina. Alcara Li Fusi possiede una viva e vasta tradizione musicale: qui sopravvivono pratiche devozionali e rituali festivi che coprono l’intero ciclo dell’anno. L'esecuzione di questo canto ha luogo durante l’ufficio liturgico del Giovedì santo in cui dodici confrati-apostoli insieme al sacerdote officiante drammatizzano l’ultima cena di Cristo. Il testo enuncia le parole del sacerdote all’atto della consacrazione:
Dal punto di vista musicale ci troviamo di fronte a un caso molto singolare. Il brano è costruito integralmente sul V tono salmodico gregoriano e, curiosamente, la melodia non viene svolta per intero dal solista principale, ma passa, alla fine della strofa, a un secondo cantore, mentre il primo lo accompagna parallelamente a una distanza di quinta e di terza superiori. Si tratta però anche in questo caso di un brano con struttura polivocale a tre parti.
La segmentazione delle frasi è quella propria del canto gregoriano e il testo viene intonato quasi interamente sulla corda di recita. Solo sulla seconda metà dell'ultima parola di entrambe le frasi appare uno sviluppo melodico melismatico per gradi congiunti e, con esso, il canto viene ricondotto discendendo sulla finalis.
|