Martin Stokes

Storia, memoria e nostalgia nella musicologia contemporanea turca (abstract)

L'articolo tratta il rapporto fra potere, storia, memoria e nostalgia, come si rivela nell'attuale letteratura sulla storia della musica e nell'esecuzione della musica d'arte turca (sanat muzigi). La musica d'arte turca è stata oggetto, negli anni fra il 1920 e il 1940, di un attacco ideologico. Un gruppo di intellettuali modernisti, che portavano avanti l'ideologia nazionalistica dominante (kemalismo), tentarono di bandire questa musica in quanto relitto di un corrotto passato ottomano, offrendo al suo posto un genere purificato di musica popolare 'nazionale' (proposto da musicologi come Mahmut Ragip Gazimihal, Halil Bedi Yonetken, Muzaffer Sarisozen).

Questo movimento perse compattezza a causa delle sue contraddizioni e incoerenze interne, con il risultato che la musica d'arte non fu mai proibita sistematicamente. Essa in effetti fiorisce ancora oggi, ma la sua accettabilità dal punto di vista politico è dipesa dalla sua 'destoricizzazione'. La musica d'arte è diventata di conseguenza un oggetto di nostalgia da parte degli intellettuali kemalisti e dai seguaci del movimento di 'ottomanizzazione' coltivato recentemente in Turchia dai partiti politici islamici e di destra.

Dopo alcune osservazioni di tipo comparativo, l'articolo si conclude con un esame di due distinte strategie storiografiche dirette a rivitalizzare la musica d'arte turca e ad allontanarla dal dominio puramente nostalgico. La prima consiste in un classico schema di modernizzazione e viene trattata prendendo in considerazione la biografia del musicologo modernista Huseyin Sadeddin Arel scritta da Yilmaz Oztuna. La seconda riguarda il potere della memoria come strumento di rigenerazione culturale e a questo proposito viene esaminata la recente discussione di Cem Behar sul musicologo Ahmet Irsoy, impegnato nel tenere in vita l'eredità culturale ottomana.


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