3. La musica delle donne a Marrakech
La consuetudine acquisita con le B'net Houariyat nel corso di frequenti viaggi a Marrakech durante questi ultimi anni mi ha rivelato l'esistenza e l'ampia diffusione della pratica musicale femminile nel contesto popolare cittadino. Le ordinarie occasioni d'ingaggio per i gruppi composti da sole donne sono offerte dalle celebrazioni familiari più ricorrenti nel mondo islamico, come la nascita (mouloud), la festa per l'apposizione del nome al nuovo nato (sbo`a), la circoncisione dei bambini (tohor), la riunione di familiari e di persone care in momenti particolari (come il rientro degli emigrati durante le vacanze o il ritorno dall'hajj, il pellegrinaggio alla Mecca), le feste di fidanzamento (khotbah) e i matrimoni (`arsat).
Si veda ad esempio il brano seguente, dove il grido disperato della ragazza promessa a un vecchio si trasforma in un canto d'amore dedicato al suo giovane amante. Aymma wa ya Lalla ( Ah madre, ah signora) (Hamada) (wav file: 235 kb)
(Ferda) (wav file: 167 kb)
Nota: a indica il primo coro (oughna); b indica il secondo coro (azima). Per la spiegazione dei termini Hamada and Ferda vedi il capitolo Il repertorio. 1. Capostipite del lignaggio dei Chorfa Rahaliyn (XVI sec.), il cui santuario si trova nel villaggio omonimo, nella regione di Marrakech (Naamouni 1994). I gruppi come le B'net Houariyat, che animano le feste dell'henna e gli altri momenti della vita familiare, sono genericamente chiamati al-`abat, "quelle che giocano" (da `ab: "gioco"). Le donne che compongono tali gruppi esercitano un'attività musicale di tipo semi-professionale e si distinguono dai gruppi di cheikhat, "le donne esperte" (cheikha: "anziana"), professioniste che in genere animano le feste riservate ai soli uomini e si esibiscono anche in locali pubblici come bistrot, cabaret e teatri. Il fatto di esibirsi per l'intrattenimento di un pubblico esclusivamente maschile è una delle ragioni della cattiva fama che accompagna le cheikhat, il cui comportamento è spesso censurato come hchouma (vergogna). Contrariamente a quanto avviene in Egitto, dove probabilmente sotto l'influenza dell'integralismo religioso anche la parola `ab assume la connotazione di comportamento disdicevole (Nieuwkerk 1998), in Marocco al `ab (il gioco) è considerato come una delle gioie della vita, il cui godimento nell'intimità familiare è perfettamente lecito. Oltre alla pratica musicale "profana", rappresentata da gruppi come le `abat e le cheikhat, esiste anche una musica religiosa femminile, perpetuata dalle adepte delle confraternite del tasawwuf, come le haddarat e le meddahat: le prime, "le donne della hadra", costituiscono una tariqa ("sentiero", via mistica e, per estensione, confraternita) influenzata dalle forme popolari di misticismo, come il culto di un marabout e la pratica degli stati estatici; queste donne animano rituali coreutico-musicali ad esclusiva partecipazione femminile, accompagnandosi con strumenti a percussione. Le meddahat, "le donne della lode" eseguono a cappella gli inni sacri, nel corso delle cerimonie funebri e in altri momenti della vita religiosa familiare. Queste pratiche musicali femminili sono vive in tutto il Marocco e, nonostante il carattere estremamente privato della loro espressione, hanno un valore e una funzione sociale considerevoli: se il rituale celebrato dalle haddarat rappresenta una forma di iniziazione al sentiero mistico, un modo di gestione "al femminile" degli stati estatici e della fenomenologia ad essi relativa, la cerimonia dell'henna può essere interpretata come un rito di passaggio femminile e il repertorio di canti e di danze delle `abat può essere considerato come una forma di iniziazione della donna alla vita matrimoniale e sessuale. I due tipi di espressione artistica, quella "laica" e quella religiosa, si integrano nella vita quotidiana delle praticanti: oltre all'esercizio della loro consueta attività di "donne che giocano", alcune delle componenti delle B'net Houariyat prendono parte attiva alle sedute dei gruppi di haddarat e tutte manifestano la loro devozione con manifestazioni di religiosità popolare, come il culto dei santi e la visita ai loro santuari (3).
La ricchezza e la molteplicità delle espressioni della pratica musicale femminile sono una testimonianza del ruolo centrale esercitato dalla donna marocchina nello sviluppo delle forme artistiche: l'influenza dei repertori musicali femminili sulle forme e sugli stili della musica popolare moderna del Marocco è altrettanto fondamentale di quella esercitata dalle donne algerine nella nascita e nello sviluppo della musica Raï, un apporto messo in rilievo dal lavoro di Marie Virolle sulla musica algerina "côté femmes" (Virolle 1995, 1999). A questa posizione di centralità femminile nel momento creativo corrisponde una posizione di marginalità nello stato e nel ruolo sociale della donna: basti pensare che l'analfabetismo femminile è ancora molto diffuso e che una serie di interdetti verso la vocazione musicale, considerata come "trasgressiva", limita la possibilità delle ragazze di ricevere un'educazione musicale. Solo in epoca recente le donne hanno avuto accesso ai conservatori di musica e raramente una donna della classe popolare è in grado di suonare strumenti diversi dalle percussioni: le sue possibilità di espressione rimangono quelle di una voce "udibile ma invisibile" (Langlois 1999). |