3. Il sistema musicale
Secondo i dati raccolti dalla letteratura
disponibile, soprattutto da racconti di viaggio, rapporti
ufficiali e ricerche etnografiche ed etnomusicologiche,
gli abitanti della regione non hanno familiarità con il
termine musica nel senso occidentale della parola.
I termini corrispettivi che essi usano sono cantare e
suonare suonare che hanno lo stesso significato di
musica. Quando si mettono d'accordo fra di loro sul
cantare e quando descrivono la forma, usano una loro
terminologia per descrivere il ruolo del cantante - goni,
vata, konta , [che guida, che prende, che
conta]; per dinamica - slaba pisma [canzone
debole] invece di jaka pisma [canzone forte],
procedure ritmiche -otegnuto pivanje [canto
lento], brzo pivanje [canto veloce], e anche la
struttura formale del brano - duga [lungo] (rera)
e kratka [breve](rera). Le melodie si basano su una sequenza di note limitata, in gran parte cromatica, con intervalli la cui ampiezza non corrisponde al sistema temperato. La maggior parte delle forme vocali ha una struttura polifonica, con una tessitura nella quale domina l'intervallo di seconda maggiore. I brani di solito finiscono con una seconda maggiore sentita come intervallo consonante. Ci sono molti stili e, all'interno di essi, molte forme musicali.
La canzone - cioè, un'esecuzione vocale e un canto vocale-strumentale accompagnato dal gusle - domina rispetto alle performance strumentali. L'esecuzione vocale di uomini e donne è socialmente accettata, mentre l'esecuzione strumentale viene di regola associata agli uomini. Le canzoni variano nel testo ma non nella forma musicale. Cantare un nuovo testo (in distici di versi di dieci sillabe) su una forma musicale uguale o simile è percepito come una canzone nuova. È anche possibile eseguire molte volte una e la stessa canzone (con lo stesso testo) con variazioni della forma musicale, del modello testuale e anche delle relazioni tonali. Questo porta a pensare che la funzione delle note nella loro relazione non possa essere spiegata precisamente come parte di un sistema musicale chiuso, senza riferimento alla struttura del sistema sociale e culturale di appartenenza (Blacking 1974: 75). Il concetto di performance non implica un processo di pratica e di coordinamento precedenti. Ogni performance ha proprio quelle caratteristiche e può essere giudicata come buona o inferiore (tanko [troppo fine], visje [alta], ne slaze [non in sincronia]). L'esecuzione richiede un certo atteggiamento, una posizione e un ordine fra i cantanti, molti dei quali si coprono un orecchio con la mano quando cantano. L'esecuzione è giudicata sia dai cantanti che dagli ascoltatori, le cui opinioni sulla performance di solito concordano. Tutti e due i gruppi aspirano ad un'idea preconcetta d'armonia, gustando in egual modo la propria funzione particolare - il cantante è felice di poter godere del proprio cantare, e anche l'ascoltatore, che ascolta attivamente e valuta la performance. Una delle condizioni per la riuscita di una buona performance è un canto forte che richiede un certo sforzo fisico, estremamente piacevole sia per i cantanti che per gli spettatori.
Un canto forte e spesso incomprensibile, eseguito nei registri alti, ricorda all' "ascoltatore passivo"(6) un puro e semplice rumore. La realizzazione parallela di molte performance vocali e strumentali che sono tollerate sia dai cantanti che dagli ascoltatori possono anche venire descritte dagli estranei come rumore. Il fatto è che questo tipo di canto suscita reazioni opposte - da estremamente piacevoli a estremamente sgradevoli. Per molti degli abitanti della città questo canto è grossolano e dissonante, ricorda un pò l'urlo e lo strillo, e, in molti casi, non viene neanche considerato come musica. Un tale atteggiamento verso la musica crea (ed è creato da) una serie di stereotipi culturali. L'opinione più limitata è che tutti quelli che vivono in, o provengono da, questa regione sappiano cantare in questo modo, cioè partecipino a questo tipo di canto. Gli insulti ai quali sono esposti per via delle loro origini passano da offese verbali - con imitazioni di urla - a visive - coprirsi l'orecchio e parte del viso con il palmo, imitando così la posa tipica della performance dei cantanti dell'entroterra dalmata. L'atteggiamento generale della società era simile: voleva dimenticare "questi manufatti per rimpiazzarli con schemi 'più colti' di interpretazione della musica nazionale, e comporre nuove forme in un modo 'elaborato'" (Petrovic 1995: 61). |